Origini e contrassegno della Famiglia MANFREDI SELVAGGI

 

     Dopo la recente scoperta che su internet lo stemma SELVAGGI viene ripetuto come stemma MANFREDI SELVAGGI, oggi non esistente, sento, quale primogenito di Antonio, deceduto l’8.7.1985 e sepolto a San Massimo, il privilegiato dovere di dare alla nuova gens un proprio contrassegno.
     E a ciò mi accingo non per ostentare nobiltà (sono repubblicano) ma per la Storia, lasciandomi guidare dal cuore e dall’istinto.
     San Massimo, 12 gennaio 2023.
                                                                Ennio

 

 

Luigi MANFREDI, di antica famiglia piacentina, giunse a Napoli nel 1734 da Ufficiale dell’esercito del Ducato di Parma e Piacenza insieme a Carlo III di Borbone.
Suo nipote Luigi (n.1810) alla fine della prima metà del 1800 da Napoli si trasferì a San Massimo, in Provincia di Campobasso, dove morì.
Dopo due generazioni, il 12.1.1911 nacque a Napoli Antonio (al secolo: Antonio, Raffaele, Donato, Luigi, Camillo) MANFREDI, primogenito dei due figli di Luigi (n.1879) e Maria Francesca (Checchina) SELVAGGI.

Anche della Famiglia SELVAGGI si rinviene un puntuale albero genealogico, che parte dal 1600 con Loreto, discendente di Giovanni Battista, il maestro d’arme con vissuto nella milizia spagnola che fu capo di stato maggiore e stratega del piccolo esercito di San Massimo nella vittoriosa battaglia combattuta nel 1525 contro le truppe di Cantalupo per motivi di confine.

Antonio MANFREDI e il germano, orfani di padre, nel 1948 furono adottati dalla zia Teresa SELVAGGI, sorella della madre, e venne aggiunto al loro cognome di nascita quello della zia.

 

       Ebbe così origine la gens      MANFREDI SELVAGGI

          con Capostipite            Antonio MANFREDI SELVAGGI.

 

*   *   *

 

     I MANFREDI e i SELVAGGI discendono da combattenti e tali sono stati anche nel secondo conflitto mondiale e hanno stemmi che rappresentano le loro origini di spada e, tra l’altro, rispettivamente, l’umana esperienza del profondo tormento e l’umana capacità della sublimazione, quello dei MANFREDI, risultato di una ricerca e fatto proprio da Antonio MANFREDI SELVAGGI; il benessere, la libertà e la fierezza, quello dei SELVAGGI, da secoli distintivo della Casata.

Per la composizione del contrassegno sono stati considerati gli elementi degli stemmi delle Famiglie di provenienza ritenuti maggiormente peculiari del Capostipite e aggiunta una chiamata al Soldato dell’Onore, quale Antonio è stato e ha voluto essere ricordato con la frase da Lui scritta di pugno per la sua lapide e che lì si legge.

     Il contrassegno è uno scudo rettangolare, con punta centrale alla base dagli angoli leggermente arrotondati. Nello scudo, su campo oro, sono presenti, in scale di grigio, in alto a destra, un elmo, richiamo alle origini note, e, al centro, espressione dell’affrancamento dello spirito dalla materia, uno scorpione che accoglie tre pini su manto erboso e sovrasta il motto “Semper Fidelis  Semper Silvaticus  Semper Indomitus”, riportato a scala sulla sinistra.

,Nello stendardo, rettangolare, di tessuto orbace scuro, sotto il contrassegno è presente una fascia rossa, analoga a quella dei MANFREDI, nella quale è riportata l’iscrizione “MANFREDI SELVAGGI” a caratteri bianchi.

 

 

San Massimo, 1 giugno 2023.
Ennio MANFREDI SELVAGGI

 



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